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Le Comunità Energetiche, un passo in avanti verso la Sostenibilità Ambientale

NewsNovembre 2, 20200 CommentsFichera Engineering

 

Con il D.M. del MiSE del 15 Settembre 2020 si è delineato un quadro normativo assolutamente significativo in termini di riduzione dei consumi di energia fossile e di risparmio economico. La norma, prendendo spunto dalla Direttiva EU RED 2018/2001, in attuazione dell’art. 42 del D.L. 162/2019 (Milleproroghe), introduce un incentivo per l’energia prodotta da impianti rinnovabili ed autoconsumata dalla comunità energetica.

La prima lettura è che finalmente il comma 1 del predetto DL, che consente di attivare l’autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili ovvero realizzare comunità energetiche rinnovabili, trova un impulso fondamentale per la sua operatività.

Persone fisiche, PMI, enti territoriali e soprattutto i CONDOMINI potranno associarsi per formare una comunità energetica per l’autoconsumo condiviso, realizzando almeno un impianto di generazione da fonti rinnovabili, di potenza inferiore a 200 kW e condividendo la medesima rete di bassa tensione.

L’energia elettrica prodotta da ciascuno degli impianti a fonti rinnovabili facenti parte delle configurazioni di autoconsumo collettivo ovvero di comunità energetiche rinnovabili e che risulti condivisa ha diritto, per un periodo di 20 anni, ad una tariffa incentivante in forma di tariffa premio pari a:

a) 100 €/MWh nel caso in cui l’impianto di produzione faccia parte di una configurazione di autoconsumo collettivo;

b) 110 €/MWh nel caso in cui l’impianto faccia parte di una comunità energetica rinnovabile.

Le CE inoltre sono compatibili con il SUPERBONUS (la detrazione 110% prevista dal DL Rilancio n. 34/2020), per i primi 20 kW di impianto, per i rimanenti e fino ai 200 kW è possibile la detrazione del 50%; in aggiunta, i soggetti appartenenti alla CE non è necessario risultino enti commerciali, e anche quest’ultima costituisce una notevole semplificazione.

Non sappiamo con quale pianificazione il nostro Governo abbia deciso di intraprendere questa strada; sicuramente con i primi bilanci vedremo gli aggiustamenti che piega prenderanno. Nell’immediato trattasi di una enorme opportunità di miglioramento dell’efficienza del patrimonio immobiliare italiano.

Se è vero che la percentuale maggiore di produzione di CO 2 è dovuta al patrimonio immobiliare di tipo residenziale, indipendentemente dal SUPERBONUS, la comunità energetica è un vero passo in avanti verso l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale.

Nuova opportunità di business? Non vi è alcun dubbio.

Sfruttando il potenziale solare e coniugandolo con un idoneo sistema di accumulo, l’autoconsumo diverrà la normalità accrescendo la sensibilità del condomino alla riduzione dei consumi e alla loro gestione in funzione della disponibilità energetica gratuita.

Sviluppare la complessa tematica della comunità energetica richiede l’analisi delle norme nazionali e comunitarie, la conoscenza specifica degli enti coinvolti e le loro modalità di interazione, una solida analisi tecnico economica – a supporto dello studio di fattibilità – coniugata inscindibilmente alla conoscenza tecnica per la progettazione e realizzazione degli impianti.

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